La cartolarizzazione è uno strumento molto utilizzato ad esempio dalle banche e dalle finanziarie per smaltire i propri crediti deteriorati: cioè quelli divenuti ormai di difficile esigibilità dal loro debitore. Semplificando al massimo, si tratta di trasformare un credito “in carta”, cioè in un asset finanziario sul quale altri possano investire. La banca, in estrema sintesi, vende a terzi soggetti (le società di recupero crediti, tra gli altri) i propri pacchetti di crediti in cambio di un prezzo determinato in percentuale (spesso molto basso). Il veicolo, cioè la società di recupero, che ha acquistato il credito va quindi a riscuoterlo dall’originario debitore, il quale sarà tenuto al pagamento del totale nei confronti di tale nuovo soggetto.
Il nostro TEAM di esperti giuristi ha trovato la strada per censurare e (se non proprio bloccare in toto detto credito cartolarizzato) quanto meno per bloccarlo e/o fortemente ridurlo.
CHE SUCCEDE AL DEBITORE ORIGINARIO?
Tale fenomeno, assolutamente lecito – sempre che ne ricorrano le condizioni, porta spesso a conseguenze paradossali. La società di recupero (veicolo) che ha acquistato il credito, pur avendolo pagato pochissimo pretende il credito totale originario maggiorato di interessi commerciali. Per contro, il debitore e i garanti sono chiamati a rispondere dell’intero e se non adeguatamente tutelato rischia di essere oggetto di pretese difficili da contrastare.
In un simile contesto nascono spesso abusi: ma con un adeguato supporto il debitore può opporsi e, a certe condizioni, liberarsi del proprio debito.
Attraverso una analisi preliminare della posizione è possibile valutare se detto credito cartolarizzato sia o meno impugnabile. Su tali fattispecie è possibile arrivare ad un blocco della richiesta di pagamento o ad un saldo e stralcio fino ad un 70-80% del debito originario.
QUALI TUTELE?
In primo luogo, con adeguato supporto legale e peritale è possibile capire se la pretesa è azionata correttamente ed in caso essa sia illecita è possibile presentare opposizione. E, come dicevamo più sopra, bloccarla in toto.
Se la proposta/richiesta è corretta, è comunque possibile – e più agevole – rinegoziare definendo un accordo di ristrutturazione con i c.d. “servicer” ovvero i soggetti che gestiscono il recupero crediti ottenendo un saldo e stralcio fino al 70-80%.
Per risolvere definitivamente questo tipo di posizioni è necessario utilizzare gli strumenti previsti dalla legge: i quali se utilizzati correttamente danno la possibilità di contrastare con estrema efficacia le richieste di cui i clienti sono stati fatto oggetto. A questo fine, il nostro centro studi è all’avanguardia ed offre soluzioni efficaci su misura.